La Fondazione Giuseppe Saragat é stata costituita immediatamente dopo la scomparsa dello statista con l'impegno di onorarne la memoria, tenendone vivi quelli che Egli considerava gli inscindibili ideali di libertà e giustizia sociale ed allo scopo di coltivare studi sulla storia e le prospettive del movimento dei lavoratori in un'ottica prevalentemente economico-sociale. La Fondazione G. Saragat ha sede a Roma mentre il Centro di documentazione é situato a Modena ove é di recente iniziata l'opera di raccolta di atti, reperti, documenti e pubblicazioni. Tramite la propria struttura modenese, la Fondazione concorre <ETH> insieme all'Istituto Gramsci di Modena - a dar vita a 'Res Pubblica', Scuola di cultura politica indirizzata ai giovani, principalmente studenti e pubblici amministratori.
SARAGAT <ETH> biografia politica La figura di Giuseppe Saragat é indissolubilmente connessa alla nascita della Repubblica ed alla emanazione della Carta Costituzionale, essendo stato Saragat il primo Presidente dell'Assemblea Costituente eletto il 25 giugno del 1946, pochi giorni dopo il referendum che fece dell'Italia una Repubblica. Giuseppe Saragat nasce a Torino il 19 settembre 1898 e muore a Roma l'11 giugno 1988. "L'unico liberale tra i marxisti e l'unico marxista tra i liberali" - come lo definì Rosselli - si iscrisse al Partito Socialista l'anno della Marcia su Roma, motivandone così l'adesione: "la mia scelta non fu suggerita dalla lettura di Marx, ma dall'aver visto nelle piazze di Torino i figli di papà bastonare la povera gente". Figlio di un avvocato sardo di origine catalana, dopo la laurea in economia e l'esperienza di volontario nella prima guerra mondiale, si impiegò all'ufficio studi della Banca Commerciale sotto la guida di Raffaele Mattioli che ne favorì poi (ormai ricercato dalla polizia fascista) la fuga in Austria dove lo aiutò a trovare impiego in una Banca locale. In Austria Saragat iniziò il sodalizio con l'ideologo dell'austro-marxismo Otto Bauer. Saragat, benché ricordato maggiormente (da chi lo ha voluto strumentalizzare in chiave anticomunista) per la scissione di Palazzo Barberini (ma nel discorso dell' 11 gennaio 1947 dichiarò irrinunciabile l'obiettivo dell'unità !), ha rappresentato il punto di incontro per la sinistra italiana - oltre che tra culture allora inconciliabili <ETH> in momenti fondamentali della storia del Paese. A Parigi - dove era in esilio - sottoscrive il 19 luglio del 1939 la riunificazione socialista e successivamente il patto di unità PSI-PCI. Dopo il rientro in Italia per partecipare alla Resistenza, dopo la detenzione (3 novembre del '43) a Regina Coeli, con Pertini ed altri, é Ambasciatore (su invito del Ministro degli Esteri De Gasperi) nel Paese che lo aveva ospitato in esilio: evitò così che la Francia facesse pagare all'Italia - in termini territoriali - l'aggressione della guerra fascista. Come Presidente dell'Assemblea Costituente fu candidato di tutta la sinistra. Nel '64 dopo il fallimento del primo tentativo di "golpe-Segni", al quale si era opposto con durezza da Ministro degli Esteri, fu eletto Capo dello Stato il 28 dicembre 1964 con l'appoggio dell'intera sinistra (compresa quella del PCI di Luigi Longo e la democristiana di Aldo Moro, fautore con Saragat e Nenni del primo centro-sinistra e considerato da certi ambienti - ancora in attività trent'anni dopo - "l'uomo più pericoloso per la democrazia italiana"). Quella sinistra socialista e cattolica contro la quale una mano invisibile, probabilmente la stessa seppur in momenti e generazioni diversi, si ? abbattuta dapprima nel '64 con la lista degli "enucleandi", poi con l'uccisione dello stesso Aldo Moro (reo con Saragat e Nenni di aver dato vita al centro-sinistra) e forse, anche da ultimo, nel recente passato, con obiettivi questa volta non solo prevalentemente di politica estera ma anche di economia nazionale ed internazionale.